È in occasione dell’Akademie del 22 dicembre del 1808 al Theater an der Wien, lunga ben quattro ore con un programma interamente dedicato a Beethoven, che venne eseguito per la prima volta il suo Quarto concerto. Lui stesso al pianoforte, sordo in stato avanzato. Fu la sua ultima esecuzione pubblica sulla scena in qualità di pianista. Non tutti i commenti furono lusinghieri ma unanime fu l’opinione della brillantezza d’esecuzione. Il compositore e critico Reichardt scrisse che lo interpretò con «meravigliosa bravura», l’allievo Czerny disse che suonò in modo «sfrenato». L’opera sorprese comunque nel suo meraviglioso insieme e già all’attacco. Un inizio insolito, mai sentito prima in questa forma. Cinque battute in Allegro moderato affidate al pianoforte solo, ad annunciare l’inizio di un tema dolce, poi ripreso e continuato dagli archi con le stesse intenzioni. Riproposto dall’oboe, dai legni e poi tutti. Una sorta di dichiarazione a sorpresa della nuova e matura qualità colloquiale raggiunta tra solista e orchestra, doti già presenti nel Terzo concerto ma ora più che mai sotto dominio, pur restando e senza rimostranze che il ruolo dominante lo tiene il pianoforte. Un pianismo non solo spettacolare, capace di esaltare e potenziare tutti i traguardi tecnici ed esecutivi fino allora raggiunti, da ispirare Liszt, Moscheles, Kalkbrenner, ma in grado di toccare punte di lirismo da far vibrare tutte le corde dell’animo umano. Questo nei caleidoscopi orchestrali e nei tutti, complici e opposti, come nell’Andante con moto, nel gioco dei ruoli che vuole il movimento ispirato dal mito greco, col pianoforte a rappresentare Orfeo e la bellezza del suo canto mentre l’orchestra veste la parte dell’impetuoso Ade. Tinte cangianti, profondità sublimi, tavolozze di colori e sfoggio, come nel gioco dei ritornelli del Rondò e nella sfolgorante coda finale.
PROGRAMMA
Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Concerto n. 4 per pianoforte e orchestra in sol maggiore, op. 58
Allegro moderato, Andante con moto, Rondò – Vivace
Sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92
Poco sostenuto – Vivace, Allegretto, Presto – Assai meno presto, Allegro con brio
Andrea Lucchesini
pianoforte
Filippo Maria Bressan
direttore